Riflessioni, Scrittura

Il novanta percento di tutto è spazzatura

Un mese fa, circa, ho letto il saggio “Smetti di leggere notizie” di Rolf Dobelli, dedicato a un consumo più consapevole e minimalista delle news. In esso mi sono imbattuto nella cosiddetta Legge di Sturgeon, anche se sarebbe più corretto chiamarla Rivelazione di Sturgeon. Comunque, Theodore Sturgeon è stato un autore di fantascienza e rispose alla bassa considerazione che la critica letteraria aveva di questo genere narrativo, basata sull’obiezione che il 90% della fantascienza è spazzatura, ribadendo che, sì, era vero, ma era anche vero che il 90% di tutto è spazzatura. Così facendo, la fantascienza assume la stessa dignità degli altri generi, opere culturali, d’arte e d’intrattenimento.

Ora, io ammetto che di Sturgeon non ho mai letto nulla, ma mi sento di condividere completamente la sua affermazione. Non solo perché, come autore e lettore di fantascienza, horror e altra “robaccia” di questo tipo sia sempre stato convinto della pari dignità dei generi letterari, ma anche perché nel regno dell’abbondanza in cui viviamo è statisticamente improbabile che tutto ciò che incontriamo sia davvero meritevole.

Continua a leggere “Il novanta percento di tutto è spazzatura”
Riflessioni

Del Coronavirus e del menefreghismo sociale

Dipende da noi
Tratto dal video di Roberta Villa

Non ho ben chiaro come sia stato possibile, in appena una settimana di tempo, passare dal panico più totale per il Coronavirus in Italia, di cui abbiamo parlato proprio nell’ultimo post, all’emergere di situazioni al limite del menefreghismo sociale. La buona e sana vecchia via di mezzo, dove l’abbiamo lasciata?
Pur non volendo aggiornarmi in continuazione su questo argomento, se non guardando le fonti ufficiali, purtroppo le notizie mi arrivano sotto il naso lo stesso, dato che sembra non esistere altro se non questa epidemia. Leggo quindi di individui che fuggono dall’isolamento, di folle di fan davanti all’idolo di turno, di persone anziane che escono e passano la giornata al bar nonostante l’invito a non uscire di casa, di chi minimizza sottolineando che tanto le complicanze insorgono solo oltre una certa età, come se questo rendesse meno grave la situazione, come se stessimo parlando solo di numeri, anziché di esseri umani. Continua a leggere “Del Coronavirus e del menefreghismo sociale”

Riflessioni

Del Coronavirus e della narrazione del panico

Del Coronavirus in Italia
Comunicazione efficace

Il coronavirus è arrivato in Italia e ormai non si parla d’altro. In ufficio, per strada, al supermercato, in televisione, nei social network, pure quelli meno frequentati, nelle chat, sulla Luna, nella galassia intera, nelle dimensioni parallele, il coronavirus è l’argomento di discussione principale. Del resto, è arrivato pure qui, nelle pagine di un blog che con il mondo sanitario non ha nulla a che fare, dato che qui si parla di lettura e scrittura, di comunicazione in senso più ampio. Il motivo che mi ha portato a spendere qualche parola virtuale a riguardo è proprio legato al come si sta parlando del virus e della relativa malattia.

Infatti, parallelamente al propagarsi del virus si è propagata la narrazione del virus. Una narrazione che ha di fatto generato un panico diffuso, un’isteria di massa e una psicosi da contagio sproporzionati al contesto. L’allarmismo che molti media tradizionali stanno cavalcando, aiutati in questo dalle condivisioni facili e immediate sui social, contribuisce ad aumentare la disinformazione, rendendo i cittadini incapaci di capire davvero a chi e a cosa credere, gettandoli così ancora più nell’ansia e nello sconforto.

Dov’è finita la responsabilità di chi scrive? Perché ad agire in questo modo, per inseguire i click e le vendite, si contribuisce a danneggiare il tessuto sociale in cui tutti noi viviamo. Proprio in un momento delicato come questo si dovrebbe pensare al benessere, anche e soprattutto quello culturale e psicologico.

Io vivo a Bergamo, quindi sono in quella che è, a oggi, considerata area gialla. Ci sono già stati dei casi di infezioni in città e in provincia e, aggiungo, io attualmente lavoro proprio nell’ospedale di Bergamo, seppur nell’area tecnica e non in quella sanitaria. Nonostante tutto ciò, ho molto più timore per il panico delle persone che per il coronavirus di per sé.

Continua a leggere “Del Coronavirus e della narrazione del panico”