
Poco tempo fa ho finito di leggere “La verità sul caso Harry Quebert“, romanzo di genere giallo dello scrittore svizzero Joël Dicker. Lettura scorrevole, senza alcun dubbio, il merito dell’autore è proprio quello di aver saputo creare una storia capace di portare il lettore a leggere un capitolo dopo l’altro. Tuttavia ci sono anche elementi non proprio brillanti, come i dialoghi o l’approfondimento dei personaggi. Invece, uno degli aspetti più particolari, specie per chi come me si cimenta nella scrittura, è di sicuro il riferimento continuo al mestiere dello scrittore. Il personaggio Harry Quebert è un famoso scrittore e professore universitario di letteratura, la voce narrante Marcus Goldman è, a sua volta, un giovane scrittore in ascesa, amico e allievo di Harry. All’inizio di ciascun capitolo del romanzo, Dicker inserisce un breve e significativo dialogo tra Harry e Marcus, ambientato nel periodo in cui il primo insegnava al secondo. Ogni capitolo, quindi, contiene un consiglio o un suggerimento sull’argomento vario e complesso dello “scrivere un libro”.
La lettura de “La verità sul caso Harry Quebert” si svolge, quindi, su due binari paralleli: da un lato il mistero sulla morte della giovane Nola Kellergan, motivo per cui si è spinti a continuare a leggere, dall’altro le curiosità di Harry Quebert sulla scrittura e la capacità di Dicker di applicare all’interno dei suoi stessi capitoli quelle stesse indicazioni che il suo personaggio dà al giovane Marcus. Per questo motivo, ho deciso di riportare in breve l’elenco dei consigli di scrittura di Harry Quebert in questo articolo.
Riporterò i consigli in maniera sintetica, estrapolando dal testo il cuore del dialogo tra Harry e Marcus e parafrasando qua e là. Ciò per ovvi motivi: innanzitutto per ragioni di spazio, in secondo luogo per lasciare la possibilità a chi volesse di andare a leggersi gli originale direttamente dal romanzo. Spero che comunque si riesca a mantenere il senso delle parole che l’autore vuole trasmettere ai suoi lettori.
- Il primo capitolo è fondamentale. Se ai lettori non piace, non leggono il resto del libro.
- Il secondo capitolo è molto importante. Dev’essere incisivo, d’impatto.
- Nessuno sa di essere uno scrittore. Glielo dicono gli altri.
- La cosa più importante è saper cadere.
- Se non hai il coraggio di correre sotto la pioggia, non avrai il coraggio di scrivere un libro.
- Scrivere un libro è come amare qualcuno: può diventare molto doloroso.
- Non darti mai per vinto.
- Scrivere un libro è una battaglia.
- Mai usare i nomi reali. Scrivi solo fiction, altrimenti vai incontro a un sacco di grane.
- La malattia degli scrittori è non voler più scrivere, ma non riuscirne a farne a meno.
- Perdere una persona è l’unico modo per misurare quanto la ami.
- La vittoria è dentro di te. Devi semplicemente aiutarla a uscire.
- Occorre disciplina. Rispetta le scadenze.
- Non esiste impresa più grande e più difficile che costruire l’amore.
- Trasforma le idee in illuminazioni.
- Il tempo necessario per scrivere un libro dipende. Da tutto.
- I libri non hanno a che fare con le parole, hanno a che fare con le persone.
- La vita è un inganno.
- Perdere il controllo del proprio libro è una catastrofe.
- Impara ad amare i tuoi fallimenti. Sono quelli a dare sapore alle tue vittorie.
- Mettici tutto te stesso: ogni libro può essere l’ultimo.
- Gli scrittori hanno diritto di parlare di tutto.
- Non scrivere per farti leggere, scrivi per farti capire.
- Chi osa vince.
- Adora l’amore.
- Quando le parole non bastano più, prova a usare le mani.
- Scrivi per tutti quelli che, nel loro quotidiano, hanno passato qualche bel momento grazie a te.
- Alla conclusione del libro, devi regalare al lettore un colpo di scena finale.
- Parla dei grandi avvenimenti nei libri: se dovessero rivelarsi brutti, almeno avranno il merito di consegnare ai lettori qualche pagina di storia.
- Non devi mai lasciare che la stanchezza o la paura ti impediscano di scrivere. Al contrario: devi usarle per andare avanti.
- L’ultimo capitolo di un libro dev’essere il più bello.
- Un bel libro è un libro che dispiace aver finito.
Come sempre quando si parla di questi argomenti, io tengo a precisare che non si tratta di regole impresse nella pietra. Sono consigli, suggerimenti, linee di indirizzo, condivisibili o meno. Di sicuro, per chi ama tanto la lettura quanto la scrittura, sono fonte di riflessione e di confronto.
Cosa ne pensate?