
Qualche giorno fa sono incappato, saltando di video in video, su un canale YouTube dedicato alla magia e all’illusionismo. Invece di proseguire oltre, perdendomi nel mare del tubo, sono rimasto a lungo a guardare i contenuti lì presenti. Non solo i video più recenti, ma anche quelli iniziali. Insomma, sono stato catturato da quello che ho visto. L’illusionismo mette in gioco determinati meccanismi, e questi non possono non far breccia nell’utente, anche se casuale come me. È un po’ come tornare bambini, per qualche momento.
C’è il trucco, lo sappiamo. La sua esistenza, però, non rende meno interessante quello a cui assistiamo. Anzi, forse ne accentua proprio il fascino. C’è il trucco, ne siamo consapevoli, ma è un trucco capace di tenerci incollati al gioco, capace di farci credere alla magia, pur sapendo che non esiste.
Un trucco capace di farci vivere la magia, di farcela quasi desiderare. La sogniamo, ma è un trucco. Un’illusione, ma è così potente da permettere tutto questo.
Vi ricorda qualcosa?

La scrittura è un trucco di magia. Non vengono manipolati mazzi di carte, o fatti levitare oggetti. Non ci sono ragazze che vengono tagliate in due, o che spariscono nel nulla, per poi riapparire da qualche altra parte. Si manipolano parole, si cerca di raggiungere una certa alchimia, giocando sul legame tra le parole e l’immaginazione del lettore.
L’obiettivo è lo stesso: sorprendere. Se da un lato questo si raggiunge con l’illusione della magia, dall’altro si raggiunge con l’illusione della realtà. Ciò che uno scritto si prefigge è di entrare nella mente del lettore, fargli abbandonare la sua dimensione per portarlo in altri mondi, a conoscere persone che non avrebbe mai conosciuto. A fargli desiderare di conoscerle davvero, quelle persone, pur sapendo che non esistono. Si vuole rendere credibile la propria ambientazione, renderla una proiezione di un mondo reale. Far breccia nel lettore, per farlo vivere nel mondo della propria storia, abbattendo qualunque obiezione la sua razionalità possa inventarsi. Il lettore deve credere che i mostri esistano, che i superpoteri siano all’ordine del giorno, che il serial killer possa davvero agire così, anche se sembra tutto incredibile, per la vita reale. Del resto, la lettura è l’illusione della vita reale: non dobbiamo dimostrare l’esistenza di certi elementi, dobbiamo renderli vivibili dal lettore. La sua mente farà il resto.
Per ottenere tutto ciò si scrive. Tuttavia la scrittura non è solo tecnica, non è una mera sequenza di regole, così come l’illusionismo non è rappresentato dalla semplice applicazione del trucco. Il mago deve saper interagire col pubblico, deve saperci fare, impreziosire il trucco con la sua presenza fisica. Allo stesso modo lo scrittore deve saperci fare, donare spessore alla storia e ai personaggi con la sua creatività e il suo vissuto, in modo che il lettore ne senta la presenza, pur senza riconoscerla. Le regole possono mostrare la via, ma poi tutto è nelle mani dello scrittore, che può decidere se e come applicare quelle che ritiene necessarie per il proprio lavoro. Il risultato è quello di creare un’illusione del reale, e una volta raggiunta quella, tutto il resto non conta.