Ieri ero all’aeroporto. Dopo una bella corsa per evitare di perdere il volo, sono arrivato ai controlli di sicurezza. Ho messo lo zaino nella cesta, assieme alle altre cose. L’addetta ha preso la mia carta d’imbarco e il documento d’identità e li ha controllati. Infine mi ha chiesto se nello zaino ci fossero tablet o notebook. Io le ho risposto che all’interno c’era un eBook reader. Lei mi ha guardato e ha ribattuto:
“Un… cosa?”
Ecco, questa è la situazione con cui ci si deve confrontare in Italia riguardo alla lettura in digitale.
Le cose sono due: o nessuno porta eBook reader in aereo, oppure tutti preferiscono farlo passare come tablet, per non dover perdere tempo a spiegare. Non saprei nemmeno quale delle due opzioni sia peggio: nel primo caso, sottolineerebbe l’arretratezza culturale dell’Italia, dove la lettura è un aspetto relegato a poche persone e visto quasi con disprezzo dalle altre, nel secondo si manifesterebbe quasi una vergogna, nel non voler chiamare l’eBook reader per quello che effettivamente è, nell’uniformarlo al diversissimo tablet.
L’eBook reader, questo sconosciuto. Anche voi avete avuto esperienze simili? Persone che vi hanno guardato come se aveste parlato arabo, pronunciando quelle due parole? Ritenete che prima o poi anche qui in Italia si possa dire “eBook reader” senza dover passare per qualcuno che parla di roba che non esiste?
